Quando si parla di DivX, fatalmente si finisce per associare a questo standard di codifica l’idea della copia di sicurezza dei DVD.

Eppure, DivX è un’implementazione – anche se parziale – dello standard MPEG4, e come tale ha utilizzi ben più ampi di quello appena citato.

In generale, il formato MPEG4 vanta doti molto elevate di scalabilità: in pratica, permette di produrre filmati con caratteristiche diverse a livello di dimensioni e complessità, in modo da poterli leggere sui dispositivi più diversi. Si va dal piccolissimo schermo dello smartphone, fino ai normali impianti audio video domestici a standard PAL, e ancora più su verso le vette dell’alta definizione televisiva.

Naturalmente, il filmato originale va ricodificato di volta in volta per adattarsi alle esigenze dell’apparecchio che lo visualizzerà.

In base alla risoluzione dello schermo e alla potenza del processore usato per la riproduzione si potrà decidere come impostare i parametri del file codificato: dimensioni dell’immagine, bitrate, e utilizzo di specifiche opzioni di codifica.

Vista la grande varietà di dispositivi capaci di leggere i DivX, si potrebbe pensare che sia necessario generare decine di codifiche diverse per ottenere risultati ottimali.

Fortunatamente gli sviluppatori del codec ci hanno già pensato, e hanno semplificato la vita agli utenti predisponendo quattro profili base, dedicati ad altrettanti tipi di riproduttori.

Attenendosi a questi profili, si eviteranno sicuramente problemi d’incompatibilità, anche se magari non si arriverà alla massima ottimizzazione possibile del file in riproduzione.

Procurarsi il codec

La prima cosa da fare per codificare i propri video in formato DivX è procurarsi il codec.

Lo trovate sul sito ufficiale divx.com, disponibile in tre versioni diverse: una gratuita, che però vi chiede di installare un programma che mostrerà, mentre navigate sul Web, alcune finestre con messaggi pubblicitari; una a pagamento (circa 20 dollari) completa di tutte le funzioni e senza pubblicità; e infine una a circa 50 dollari completa di Dr.

DivX, un’applicazione che fornisce funzionalità come la copia di sicurezza dei DVD, la codifica di trasmissioni TV e filmati casalinghi, e l’elaborazione a lotti (con più film accodati in automatico).

Per chi utilizza computer Macintosh o Linux ci sono versioni specifiche del codec, raggiungibili sempre dallo stesso sito.

Per chi non vuole fare acquisti su Internet, è possibile anche acquistare il codec in qualsiasi negozio di informatica ben fornito, spesso insieme ad altri programmi di elaborazione del video.

Pensiamoci prima

Spesso una buona codifica inizia prima ancora di accendere il computer.

Per codificare un video DV in formato DivX bisogna utilizzare un programma che possa esportare utilizzando un codec a nostra scelta.

Anche in questo caso, la regola è rispettata: per avere un buon DivX bisogna partire da una ripresa DV ben fatta. In particolare, due sono i fattori critici.

Il primo è costituito dai movimenti di macchina eccessivi o sbagliati.

Essi costringono il codec a un superlavoro a livello di compensazione del moto, riducendo l’efficacia della compressione.

Cercate quindi di riprendere rimanendo sempre molto stabili (eventualmente inserite lo stabilizzatore se la vostra telecamera ne è dotata), ed evitate zoomate improvvise e panoramiche “alla bersagliera”. Il secondo fattore critico è la luce, o meglio la sua mancanza.

Nelle scene buie, la telecamera introduce molto rumore video, che in fase di codifica complica le cose e abbassa la qualità.

Se quindi dovete proprio inserire scene scure, cercate prima di avviare la codifica di ridurre il rumore tramite i filtri presenti nel programma di montaggio.

La codifica di un video DV in formato DivX

Una volta che avrete trasferito il vostro video DV nel PC per il montaggio, e avrete completato tutte le operazioni “canoniche” (messa in sequenza delle scene, taglio del superfluo, inserimento dissolvenze e titoli, messa a punto della colonna sonora), siete pronti per eseguire la codifica del montato in formato DivX.

Qui è possibile seguire due strade: salvare il video in formato MPEG2 – come un DVD – per poi farlo codificare a uno dei tanti programmi normalmente utilizzati per realizzare le copie di sicurezza dei film; oppure esportare direttamente il montato in formato DivX, selezionando i parametri del codec direttamente dall’interno del programma di montaggio.

La prima opzione, pur facilmente percorribile, non è la migliore in termini di qualità: il filmato infatti si ritrova a subire due conversioni di tipo distruttivo (ovvero, durante le quali vengono persi dettagli), oltretutto basate su principi simili e quindi potenzialmente in grado di sommare gli errori.

Inoltre, entrambe le codifiche richiedono tempo macchina, e l’attesa può essere lunga, soprattutto con processori non di ultimissima generazione.

La scelta Migliore

Questa strada però, a volte, è l’unica percorribile: caso tipico, quando di un montaggio non avete più l’originale DV ma solo il DVD finito.

Avete ancora il montato in formato DV, molto meglio la seconda ipotesi, l’esportazione diretta, che però non è supportata da tutti i programmi.

Se volete sapere se il vostro programma di montaggio preferito ha questa funzione, cercate l’opzione “Esporta filmato” nei menu, e verificate se prima di salvare è possibile selezionare il formato del file e il codec.

Se sì, vi basterà scegliere AVI come formato, fare clic sulle opzioni e selezionare il codec DivX. A questo punto, nella finestra si attiverà il pulsante di “Setting”, ovvero i parametri del codec.

Un clic, e siete nella centrale di controllo.

I parametri per i lettori da salotto

Abbiamo già visto nella prima puntata che i due parametri fondamentali su cui si opera in fase di codifica sono le dimensioni del fotogramma e il bitrate, ovvero la velocità del flusso dei dati codificati.

La buona notizia stavolta è che, visto che in genere i nostri filmati durano molto meno delle due ore tipiche dei film (vero???),non abbiamo grosse limitazioni dovute alla limitata capacità dei CD-ROM.

Quindi possiamo pensare di mantenere le dimensioni originali del fotogramma (720 x 576 punti) e utilizzare bit rate piuttosto alti.

Questo tipo di caratteristiche, che permette di ottenere un risultato di qualità simile a quella dei tradizionali DVD, risponde alle specifiche di uno dei profili predefiniti dagli autori del codec: il cosiddetto “Profilo Home Theater”, quello dedicato alle apparecchiature audio video “da salotto”.

Per quanto riguarda il bitrate, con i fotogrammi PAL standard è bene non scendere sotto i 3.000 kbps, cifra che garantisce circa mezz’ora di video su un singolo CDROM, assumendo di codificare l’audio come MP3 a 192 kbps.

Le specifiche degli sviluppatori DivX

Consigliano di non superare, per il profilo “Home Theater”, un bit rate di 4.000 kbps – che corrisponde a circa 20 minuti di video a pieno schermo.

Se dunque il vostro video è molto breve, potete anche provare a salire ancora un po’ con il bit rate, ma tenete presente che i lettori DivX più vecchi potrebbero far fatica a reggere bit rate troppo elevati.

In ogni caso, se nei parametri di configurazione del codec selezionate il pannello “Profili” e poi scegliete il profilo “Home Theater, la maggior parte delle opzioni verranno preselezionate per voi.

Non vi resterà che impostare le dimensioni del fotogramma (720 x 576) e la frequenza (25 fotogrammi al secondo), e il codec sarà pronto a macinare il file.

Interlacciato, sì o no?

Prima di avviare la codifica, è importante fare clic sulla linguetta “Parametri generali” e selezionare il corretto interlacciamento tramite il menu a scomparsa “Interlacciamento sorgente”.

Il video in formato DV infatti è di tipo interlacciato, ovvero ogni fotogramma è composto in realtà da due semiquadri successivi: uno contenente tutte le righe dispari, e uno con tutte le righe pari.

Questa curiosa codifica è stata adottata già agli albori delle trasmissioni televisive, per consentire una maggiore risoluzione apparente senza occupare troppe risorse. Tutti i televisori tradizionali utilizzano il segnale interlacciato, a differenza dei monitor per computer che invece lavorano con un segnale di tipo “progressivo”, ovvero con tutte le righe del fotogramma riprodotte in sequenza.

A livello di codifica, questo pone un problema, perché video interlacciati e non interlacciati vanno codificati in modo diverso.

Per default, il codec si aspetta un video non interlacciato.

Se vogliamo codificare un filmato DV, dobbiamo dunque avvisare il codec della presenza di materiale interlacciato. Inoltre, il codec può agire su questo tipo di segnale in due modi diversi: può ricodificare il segnale interlacciato sotto forma di DivX progressivo, oppure può mantenere l’interlacciamento anche nel file che verrà prodotto.

Software  per comprimere i film

Come scegliere?

Semplice: se pensate di vedere il vostro filmato su schermi televisivi, utilizzando uno dei tanti lettori DivX da salotto (tipo Amstrad 3016 o Kiss 500), dovete scegliere “Codifica come interlacciato”.

Se invece pensate di visionare il filmato prevalentemente su monitor di computer, selezionate “Deinterlaccia i frame”. Il codec automaticamente eseguirà l’operazione di deinterlacciamento e produrrà un DivX adatto all’uso su schermi a scansione progressiva. Sempre nella sezione “Parametri generali” c’è anche un controllo chiamato “Pre elaborazione sorgente”.

Esso torna utile se il vostro video contiene ancora rumore dovuto, per esempio, a scene girate con poca luce. Se dunque i filtri del programma di montaggio non sono riusciti a compiere il miracolo di ripulire perfettamente le scene, potete provare ad attivare questo controllo, dosandone l’intensità al minimo indispensabile (sarà sicuramente necessario fare qualche prova per trovare la regolazione giusta).

Facciamolo più piccolo

Se il vostro obiettivo è mettere il filmato su un sito Web a disposizione di chi non ha linee velocissime per scaricarlo, o peggio ancora lo volete trasmettere al cellulare del vostro amico che è abilitato MPEG4, vi conviene ripiegare sul primo dei quattro profili predefiniti: quello per i palmari. Esso prevede una risoluzione massima di 176 x 144 punti a 15 fotogrammi al secondo, con un bit rate medio non superiore ai 128 kbps.

Quando avrete fatto pratica con i profili predefiniti, potrete disabilitare l’opzione “Seleziona il profilo” per controllare autonomamente ogni parametro del codec.

Convertire Divx in  Vob

Tenete presente però che usando parametri troppo fuori standard rischiate di ottenere video difficili da riprodurre sulla maggior parte dei dispositivi.

Exit mobile version