Per qualcuno i computer sono oggetti misteriosi, da avvicinare con timore reverenziale. I veri “geek”, i maniaci della tecnologia, li trattano come figli, con cura maniacale. La maggior parte delle persone, una volta presa confidenza con il proprio PC, si abitua a usarlo in modo un po’ meccanico, a volte ripetitivo, cattive abitudini incluse.

Alzi la mano chi, frustrato da un Windows “impallato” per l’ennesima volta in fase di spegnimento, ha preso in mano il cavo dell’alimentazione e l’ha staccato brutalmente.

Se non lo avete mai fatto siete davvero bravi… perché è proprio da evitare!

Ma si sa, a volte l’impazienza, l’inesperienza, o l’inconsapevolezza di far qualcosa di davvero poco raccomandabile mette a rischio la salute dei dati o dell’hardware che li contiene.

L’antivirus?

Dite la verità: quante volte avete interrotto la scansione del disco perché pareva non finire mai?

Ecco, questa è un’altra cosa da non fare. Piuttosto avviatela la sera, prima di andare a letto, oppure durante la pausa pranzo: disturberà meno. Se invece avete bloccato vostra moglie mentre cercava di pulire il vostro monitor LCD da 24 pollici con il Vetril… avete fatto benissimo, perché rischiava di rovinarlo irreparabilmente.

Sono tante le cose da non fare al computer: noi ve ne ricordiamo qualcuna.

Consigli e suggerimenti come usare il pc al meglio

Non modificare i file lavorando direttamente sulle memorie esterne

Non fate l’errore di aprire e modificare foto, MP3 e documenti direttamente sulle memorie flash (schede o chiavette USB che siano) in cui si trovano. I motivi per non farlo sono numerosi.

Il più ovvio è che le schede delle fotocamere, le memorie interne ai lettori MP3 e le chiavette USB sono meno veloci degli hard disk interni, quindi lettura e scrittura dei dati vengono sensibilmente rallentate.Per questo è sempre meglio prima copiare i file sul disco fisso, magari in una cartella temporanea “di appoggio” creata sul Desktop. Una ragione meno evidente, ma comunque di rilievo, è che molti programmi di fotoritocco, videoscrittura, fogli di calcolo e così via, una volta aperto il documento creano dei file temporanei nella cartella stessa in cui questo si trova: ciò rallenta ulteriormente il lavoro, e, soprattutto, se si commette l’errore di disinserire la memoria prima di averlo ultimato e salvato, il programma in uso potrebbe andare in tilt perché si aspetta di poter “dialogare” con un’unità sempre attiva su cui ha memorizzato alcuni dei file.

E la perdita di dati è in agguato… Microsoft Word e i fogli di calcolo scrivono abitualmente dei file temporanei nella stessa cartella del documento, e vi accedono spesso durante le fasi di modifica, cancellandoli definitivamente solo al momento del salvataggio finale.

Non installare… senza disinstallare

Non bisogna mai installare la nuova versione di un programma senza prima avere disinstallato quella precedente, a meno che ciò non sia espressamente consigliato nella sua documentazione. Altrimenti può capitare di ritrovarsi con due versioni distinte del medesimo programma nel menu Start, con quella vecchia che per giunta non funziona correttamente. Altre volte accade invece che sui dischi si accumulino file doppi (e inutili), che non verranno più utilizzati dal programma ma andranno comunque a parassitare le risorse di sistema, il registro di Windows e spazio sul disco fisso.

Peraltro, liberarsi di una doppia installazione è piuttosto complicato, dal momento che anche molti dei più sofisticati “disinstaller” non sono in grado di distinguere tra le chiavi di registro e i file di sistema inerenti la prima e la seconda installazione, finendo per chiedere a voi – tapini! – cosa disinstallare e cosa mantenere.

Il Pannello di controllo di Windows permette di disinstallare le vecchie versioni di un programma prima di procedere al suo aggiornamento, nel caso in cui questa operazione non venga eseguita automaticamente dalla procedura di installazione.

Uno dei pochi prodotti che se la cavano abbastanza bene in questi terribili frangenti è il consigliatissimo Total Uninstall (martau.com), la cui versione standard disponibile in Rete al prezzo di 29,95 dollari, circa 21 euro (39,95 dollari, 29 euro la versione Pro).

Per ovviare al problema è comunque sempre meglio leggere le istruzioni di installazione evitando di fare dei “clic acritici” su tutti i pulsanti “Ok” che vengono visualizzati: a volte la procedura automatica di setup si occupa autonomamente della disinstallazione della versione precedente del medesimo software, mentre in altri casi bisogna fare qualche operazione manuale preliminare per poter conservare le impostazioni e i file di lavoro della vecchia versione anche nella nuova.

Non clonare il disco fisso con l’antivirus già installato

Esistono varie utility per eseguire la copia fisica di un intero disco o di una sua partizione, anche quando questa contiene un’installazione Windows: tecnicamente si parla di “clonazione del disco fisso” o di “creazione di un’immagine”.

Di solito queste applicazioni si usano quando si vuole sostituire il disco di sistema con uno più capiente o semplicemente nuovo. Se si esegue tale copia fisica quando nel sistema è installato un antivirus, può capitare che quest’ultimo, al ripristino dell’immagine, non funzioni più in modo corretto.

Il motivo è che gli antivirus, in fase di installazione, memorizzano spesso dei dati in aree riservate del disco con lo scopo di proteggere il sistema stesso o i meccanismi anti-pirateria adottati dal produttore.

GParted  download dal sito sourceforge.net, è solo uno dei tanti programmi di copia fisica di partizioni del disco fisso

Tali aree spesso non vengono copiate dalle utility di clonazione dei dischi, pertanto ci si ritrova con un antivirus regolarmente acquistato ma non più operativo. Oppure che funziona in modo irregolare, cosa ancor più pericolosa.

Quindi, prima di copiare fisicamente un disco intero con Windows è sempre consigliabile disinstallare prima l’antivirus. Naturalmente dopo avere copiato il disco e riattivato il computer, è bene reinstallarlo immediatamente!

Non lasciare “sessioni aperte” sui CD-ROM

Non bisognerebbe mai creare CD-ROM e DVD “in multisessione”: si tratta di una modalità che consente di aggiungere i dati in più sessioni di masterizzazione, fino all’esaurimento dello spazio disponibile sul supporto ottico (in genere circa 700 Mb per i CD e 4,5 Gb per i DVD+ o -R).

Questa modalità di scrittura, nata quando i dischi ottici scrivibili erano molto costosi e andavano quindi sfruttati fino all’ultimo byte, non è sempre ben supportata in fase di lettura, soprattutto dai lettori CD delle automobili o degli impianti stereo, dai lettori di CD e DVD collegati al televisore e da altri dispositivi esterni ai PC.

Per impostazione predefinita il famoso software di masterizzazione Nero scrive dischi in multisessione. Tuttavia questa modalità di scrittura non dovrebbe essere mai usata, perché può causare problemi di lettura su diversi riproduttori e apparecchi video e audio

È dunque sempre meglio preparare tutti i dati da masterizzare e scriverli in una sola sessione, chiudendola al termine dell’scrittura. Anche se l’eventuale spazio ancora libero sul disco ottico andrà sprecato, si eviteranno fastidiosi problemi in fase di riproduzione dei contenuti.

Non collegate troppe periferiche USB al notebook

Anche se il vostro notebook ha tre, quattro o cinque porte USB, ciò non significa che dobbiate usarle tutte contemporaneamente. Anzi, è proprio sconsigliabile. Soprattutto se queste non sono dotate di alimentazione elettrica indipendente.

I motivi sono due.

Il primo è che i mouse, i dischi esterni tascabili, le Web cam, le chiavette di memoria che non hanno un proprio alimentatore (ovvero quasi tutti quelli sul mercato) usano l’energia del portatile, riducendone la durata delle batterie in maniera talvolta drastica.

Il secondo motivo ha a che fare con la circuitazione elettrica e vale anche quando si tiene il notebook collegato alla rete elettrica. Alcune periferiche, come per esempio masterizzatori o scanner portatili, consumano molta corrente e questo può sovraccaricare il piccolo alimentatore interno al notebook, facendogli produrre troppo calore che, se non disperso correttamente dalla ventola interna, può causare guasti anche di difficile riparazione.

Non pulire gli schermi LCD con strani liquidi

Le ditate e la polvere sullo schermo del computer si accumulano in fretta, soprattutto quando si lavora molto. Anche prestando la massima cura, può capitare che il fratellino o il figlio vogliano indicarvi quanto è bella un’icona, lasciando untuose ditate sullo schermo.

Se i vecchi monitor a tubo catodico erano protetti da un vetro che poteva essere pulito con un comune liquido detergente come quello usato per le finestre di casa, i moderni monitor LCD sono molto più delicati, perché protetti e composti da materiali sottilissimi, molto sensibili a pressioni e sostanze chimiche.

Innanzitutto non bisognerebbe mai toccarne la superficie, ma, se proprio capita, non bisogna comunque mai tentare di pulirli utilizzando detergenti abrasivi o solventi che contengano anche minime percentuali di ammoniaca o alcool. Usate un panno morbido e pulito appena inumidito con dell’acqua.

Se volete azzerare i rischi e massimizzare la pulizia, optate per acqua distillata e un panno in microfibra leggera (ovvero non quelli di consistenza gommosa) con cui dovrete comunque esercitare una pressione minimale. La pulizia va fatta sempre a “monitor freddo” e scollegato dalla presa di corrente.

Riaccendete solo a monitor perfettamente asciutto

Non accendere la stampante dopo il PC

È sempre meglio accendere la stampante prima del PC, così come lo scanner ed eventuali altre periferiche USB collegate. Il motivo è che il sistema potrebbe impiegare un po’ di tempo, per “accorgersi” che la stampante è collegata, e, nel frattempo, potrebbe generare un falso messaggio di errore del tipo “Stampante non disponibile” quando si tenta di usarla.

Se non avete acceso la stampante prima di avviare il PC può capitare che risulti comunque non disponibile, producendo un errore di stampa.Per risolvere il  problema è sufficiente fare clic sull’icona di stampante nella barra del menu di  Windows (accanto all’orologio), poi fare clic col pulsante destro sulla sessione di
stampa che appare interrotta e scegliere “Riavvia”. Naturalmente, dopo esservi assicurati che la stampante sia accesa e collegata!

Analogamente, se siete soliti spegnere le periferiche collegate alle porte USB per evitare inutili sprechi di corrente elettrica, dovreste compiere questa operazione solo dopo aver spento il computer oppure dopo aver scollegato ciascuna unità tramite la procedura di “Rimozione sicura dell’hardware” di Windows.

Non usare lo “standby” a cuor leggero

Con Windows 7 la modalità standby (sospensione) è stata migliorata, ma con altre versioni, molti computer non si “risvegliano” troppo bene. Questo capita perché esistono delle periferiche (per esempio le schede video) non compatibili con questo sistema di spegnimento momentaneo. A volte è anche colpa dei software in esecuzione al momento della sospensione: eMule, per esempio, è particolarmente “sensibile” alle interruzioni. Peraltro non dimenticate che il computer continua a consumare corrente anche in standby, quindi non pensiate che sia una modalità particolarmente… “green”!

Non staccare la spina

Si è bloccato tutto e il computer non risponde più a mouse, tastiera, pugni e… insulti?

Non vi venga in mente di riavviare il sistema staccando la presa di alimentazione: potreste perdere non solo i documenti in uso ma anche i dischi fissi stessi e, se siete sfortunati, un componente del computer a caso.

Sottoporrete il PC ad un trattamento molto meno traumatico premendo il pulsante di reset, se c’è. Oppure, in ultima istanza, tenendo premuto per almeno cinque secondi il pulsante di accensione (di solito è lo stratagemma da usare con i notebook). La presenza di un tasto di riavvio è comunque altamente consigliabile (pensateci quando acquistate un case): spegnere e riaccendere il PC in caso di blocco del sistema può comunque comportare problemi con il BIOS e rendere necessaria una riconfigurazione del sistema. Ancora peggio è però forzare lo spegnimento del PC in fase di avvio o mentre questo sta tentando di portare a termine il normale shutdown del sistema: in questi casi i guai sono garantiti.

Non scollegare i dispositivi… a strappo

Non bisogna mai scollegare un lettore di schede di memoria, un lettore MP3, o qualunque altra periferica mentre il computer la sta utilizzando. O potrebbe starla utilizzando.

Non è affatto detto che, nell’esatto istante in cui voi avete finito di “digitare e cliccare”, tutti i dati siano già finiti al loro posto e il PC abbia smesso di lavorare su un determinato file. Anche se non ci sono spie e led luminosi che vi avvertono che alcune operazioni sono ancora in corso, meglio attendere almeno 30 secondi prima di scollegare una periferica.

La nostra raccomandazione è quella di utilizzare sempre la procedura “Rimozione sicura dell’hardware” quando disponibile: la si trova nella Barra di sistema, quella dell’orologio di Windows nell’angolo in basso a destra dello schermo.

Non ignorare la polvere Pulizia

Cenere, polvere… perfino il polline!

Questo tipo di sporco impalpabile ha la tendenza a infilarsi nelle ventole di raffreddamento dei computer: grazie ai vortici d’aria, alla collocazione del PC sul pavimento e all’elettricità statica viene attirata tra i componenti del PC come un ape verso il miele. La polvere va tassativamente rimossa a cadenza regolare, perché, nella migliore delle ipotesi, è destinata a rallentare il movimento delle ventole e a intasare le lamelle dei dissipatori passivi: ne conseguirà un pericoloso aumento della temperatura della componentistica più delicata (tipicamente CPU e scheda grafica).

Se poi non pulite proprio mai, col tempo le ventole cesseranno di funzionare: col tempo, la temperatura e una lievissima lubrificazione proveniente dalle parti meccaniche in movimento la polvere tende infatti a compattarsi, trasformandosi in una sorta di incrostazione…

Basta un cotton fioco un pennellino per rimuovere almeno gli accumuli più grossi e allungare la vita del PC.

Lasciate perdere gli aspirapolveri casalinghi, ma soprattutto per carità i compressori !

Non lavorare mai sulle immagini originali

Una volta modificata e salvata un’immagine, non avrete più l’originale. E probabilmente avrete anche perso un po’ di qualità a causa della compressione applicata.

Se vi sentite creativi e volete darci dentro col fotoritocco, non lavorate mai sull’originale (che dovreste sempre conservare a parte), ma sempre e solo su una copia da salvare con un nome differente, magari aggiungendo un numero progressivo:“DSC123” per l’originale, “DSC123_1” per la sua prima modifica.

I programmi di fotoritocco professionale in genere compiono automaticamente questa operazione di “salvaguardia degli originali”, ma non datelo per scontato.

Non dimenticare gli aggiornamenti

Sappiamo tutti che Windows Update è un po’ noioso con le sue continue segnalazioni di aggiornamenti da installare. Tuttavia noi vi sconsigliamo di disattivarlo dal Pannello di controllo, perché molti update che Microsoft introduce e offre con questo servizio sono vitali per la stabilità e la sicurezza di Windows.

Non fidarsi del monitor

Non bisognerebbe schiarire, scurire o cambiare i colori delle foto basandosi ciecamente su come appaiono sul proprio monitor. Se non è ben tarato (cosa improbabile) quando le stamperete o le spedirete agli amici, i risultati potrebbero essere molto diversi da quelli attesi.

Per tarare il vostro monitor seguite le procedure guidate presenti nei driver delle schede grafiche (ATI e nVidia) o in sofware come Corel Paint Shop Pro e Adobe Photoshop.

Colormunki è un dispositivo professionale che effettua automaticamente la calibrazione del monitor

Non spedire allegati troppo “pesanti”

Se avete una scattato una foto con il vostro nuovo “iphone” con sensore 12 Megapixel, non inviatela via mail così com’è.

Dodici Megapixel sono troppo e non solo richiederanno parecchio tempo per l’invio, ma corrono il serio rischio di essere respinti dal server di posta del destinatario.

Una dimensione accettabile per un’immagine che deve essere inviata per posta elettronica è di solito di 1.024×768 pixel.

Se dovete inviare documenti “pesanti” è buona norma comprimerli con programmi come WinZipWinRAR (o similari) che permettono anche di suddividere file molto grandi in parti più piccole per poi inviarle separatamente. Altrimenti potete usare uno dei tanti servizi (quasi sempre gratuiti) per l’invio di grossi allegati utilizzando servizi come Google Drive o Dropbox.

Provider Gmail, Tim o Libero, permettono di inviare senza problemi messaggi con allegati dell’ordine del Gigabyte, anche se il destinatario dispone di una normale casella di posta elettronica con limiti alla dimensione degli attachment: il sistema invia al destinatario una breve email contenente solo il vostro messaggio e un link per il download del “file allegato”. Il link ha una scadenza: dopo alcuni giorni dall’invio non è più utilizzabile.

Non trascurare le Chiavette USB

Sembrano indistruttibili… ma non lo sono per nulla!

Le Chiavette USB risentono della polvere, soprattutto quelle dotate di connettore a scomparsa ma senza il cappuccio a protezione dei contatti. La accumulano e poi magari la “donano” generosamente al connettore del computer, così funzionerà male anche la prossima periferica che vi collegherete. Le penne USB temono tanto il caldo quanto l’umidità: non lasciatele nel cruscotto dell’auto mentre siete in spiaggia, né in bagno mentre fate la doccia.

Abbiate anche l’accortezza di non toccare con le dita il connettore metallico.

Non soffocare il PC

Per mantenere in buona salute il computer da scrivania ed evitare che si surriscaldi, non bisogna collocarlo col retro troppo vicino a pareti o al bordo di una scrivania. Analogamente non lasciate che oggetti di grandi dimensioni, libri, tazze o quant’altro ostruiscano le piccole prese di aerazione dei notebook. Una buona circolazione d’aria evita quei surriscaldamenti che possono facilmente causare malfunzionamenti o perfino guasti fisici ai delicati circuiti del PC.

D’altronde come vi sentireste voi con due dita nel naso e uno strofinaccio in bocca?

Non arrotolare i cavi

Nonostante la grande diffusione di periferiche wireless, ci sono ancora tanti cavi collegati al PC, soprattutto sul suo retro. Cercate di non arrotolarli, perché le spire possono produrre interferenze elettromagnetiche e causare piccoli malfunzionamenti. Se comunque dovete arrotolarli, fate sì che le spire siano sempre piuttosto lasse, e non insistete a volerle compattare imprimendo ai cavi delle piegature troppo nette: possono danneggiarsi facilmente.

Non lavare il PC

I detergenti più “aggressivi”, come quelli a base di ammoniaca, possono essere letali per la tastiera o il mouse, e lo sono ancora di più per le parti interne del PC.

Non usateli mai per pulire la tastiera: meglio rovesciarla e scuoterla a PC spento, eliminando poi lo sporco con dei soffi di aria compressa (in bomboletta). Le parti esterne del computer possono essere pulite (a presa scollegata) con un panno appena (appena!) inumidito di acqua. Non spruzzate mai direttamente nessun liquido sul PC perché potrebbe scolorire la scocca, entrare nelle fessure (per esempio nelle porte USB), causare cortocircuiti e danneggiare anche seriamente il computer.

Non dimenticare mai i driver

Travolti dalla smania di provare un nuovo accessorio USB, spesso ci si dimentica che prima bisogna di collegarlo bisogna sempre installare i suoi driver. La regola vale per stampanti, fotocamere, videocamere digitali, scanner, Web cam e la stragrande maggioranza delle altre periferiche USB.

Se non si installano i driver, Windows si rende conto che la periferica è stata collegata ma non è in grado di riconoscerla: in alcuni casi installa dei driver interni, che in seguito possono entrare in conflitto con quelli forniti dal produttore.

Se si deve aggiornare una periferica USB, la procedura ottimale consiste nel disinstallare completamente i driver eventualmente presenti, spegnere il computer, scollegare completamente la vecchia periferica e accendere nuovamente il PC.

Inserire il CD/DVD dei driver e seguire le indicazioni: di solito a metà o al termine dell’installazione verrà richiesto di collegare il dispositivo. Di norma chiavette USB e dischi esterni non danno problemi del genere, così come mouse e tastiera.

Come aggiornare driver PC

Un buon modo per risolvere eventuali problemi di conflitto con
periferiche USB installate male è quello di disinstallare il software e poi usare l’utility IObit Driver Booster, prelevabile gratuitamente all’indirizzo iobit.com. Questa, non solo permette di visualizzare tutte le periferiche USB usate almeno una volta nel sistema, ma anche di cancellarne le impostazioni memorizzate da Windows.

Non comprimere troppo le JPEG

Il formato compresso JPEG è stato ideato per ridurre l’ingombro delle immagini a discapito della fedeltà dei colori o di dettagli meno significativi dei file. In gergo si dice che la compressione è “lossy”, ovvero che implica una perdita di informazioni: ciò significa che una volta convertita un’immagine in JPEG non sarà più possibile estrarne il formato originale.

Per questo motivo è bene non salvare le JPEG “a caso” con i programmi di fotoritocco: di regola è previsto un pannello o un’opzione per regolare l’efficienza della compressione. Considerate che ogni volta che salvate un’immagine JPEG introducete una piccola perdita di informazioni. Quindi mentre ritoccate gli scatti vi consigliamo di utilizzare un formato non compresso come, per esempio, il TIFF.

Quando si salva un’immagine in formato JPEG bisognerebbe sempre usare un fattore di compressione adeguato perché riducendone troppo le dimensioni (in termini di bit) la qualità scende progressivamente. Tutti i buoni programmi di visualizzazione e fotoritocco (come Adobe Photoshop) hanno un sistema per stabilire il fattore di compressione al momento del salvataggio

Tenete inoltre presente che ogni volta che salvate la medesima immagine in formato JPEG ne riducete la qualità complessiva: quindi, se dovete apportare più modifiche ad una foto, è meglio che la salviate una sola volta dopo averle applicate tutte.

Non ruotare le fotografie con Windows

Quando si guardano le fotografie digitali, può capitare di doverle ruotare di 90 gradi perché sono state scattate tenendo la fotocamera in verticale. Non fatelo usando la funzione per ruotare le fotografie del “Visualizzatore Fax e Immagini” di Windows.

Questa operazione introduce infatti una piccola perdita di qualità delle foto: la rotazione di un’immagine JPEG richiede che questa venga decompressa, ruotata e compressa nuovamente. Se si autorizza il visualizzatore a memorizzare la nuova immagine sovrascrivendo quella originale, la qualità di quest’ultima viene perduta a causa dell’ulteriore operazione di compressione.

Per evitare l’inconveniente utilizzate un visualizzatore di immagini adeguato, dotato della funzione di rotazione senza perdita di qualità e, soprattutto, che non richieda di salvare il file modificato sull’originale. Ve ne sono diversi: praticamente tutti i software commerciali di fotoritocco e visualizzazione (Photoshop, Paint Shop Pro, ACDSee e altri) e alcuni visualizzatori freeware, come per esempio XnView (xnview.com) e IrfanView (irfanview.com).

Per vedere le foto orientate correttamente sul monitor è consigliabile utilizzare un visualizzatore più sofisticato, come per esempio XnView, che preveda un meccanismo di rotazione automatica senza perdita di qualità dell’immagine. La funzione di rotazione delle immagini del visualizzatore integrato in Windows (così come accade anche in molti altri programmi), introduce una perdita di qualità e va evitata, soprattutto perché il file modificato viene sovrascritto a quello originario.

Questi software ruotano in modo automatico le foto sullo schermo senza decomprimerle o rielaborarle: si limitano a leggere e interpretare i dati EXIF memorizzati dalla fotocamera al momento dello scatto che, a volte, indicano, tra le tante altre cose, se la foto è stata scattata in orizzontale o in verticale.

Non lasciare i documenti sul Desktop

Il modo migliore per rallentare la fase di avvio del computer è stipare il Desktop di Windows con cartelle e documenti: non siate pigri, non lasciate i file in disordine sul Desktop, ma “riponeteli” nelle cartelle dedicate (Documenti, Immagini, Musica, Filmati). Che vi costa?

Non confondere i cavi

Sembrano tutti uguali, ma non lo sono. Anche i comuni cavetti con prese mini- USB a volte possono essere diversi internamente o per la schermatura e il tipo di sagomatura.Perfino la lunghezza può fare la differenza. Quando comprate un accessorio USB non scambiate un cavo per un altro altro solo perché “entra nella presa”. È meglio applicarvi un’etichetta per ricordare a quale dispositivo si debba abbinare.

Non riempite mai il Desktop con così tanti documenti. È il modo migliore per perderli di vista e rallentare il PC in fase di avvio

Non lasciare i CD inseriti nel lettore

Non bisogna mai lasciare CD-ROM e DVD inseriti nel lettore quando si spegne il computer. Una volta riacceso il PC, il lettore è costretto a sottoporre le proprie parti meccaniche a un avvio più “impegnativo” per e, alla lunga, rischia pure di danneggiarsi. Se poi si tratta di un CD o DVD di avvio, anziché finire tra le braccia di Windows potremmo ritrovarci in un mondo inatteso e sconosciuto!

Non installare due antivirus

Ogni software di sicurezza installato si lega molto strettamente con il sistema operativo e quasi sempre “assume” di essere l’unico programma incaricato della difesa del computer.

Per questo motivo bisogna evitare assolutamente di avere due antivirus installati sulla stessa macchina. Il rischio è quello di esporsi a gravi malfunzionamenti di Windows e dei programmi installati. Avere due antispyware o due firewall è meno rischioso, ma comunque sconsigliato. All’avvio dell’installazione molti antivirus verificano che sul PC non siano già presenti altri software analoghi e, nel caso, ne propongono la disinstallazione. Se decidete di utilizzare un nuovo antivirus (a meno che non si tratti di una nuova versione di quello che già state usando e ne sia esplicitamente consentito l’aggiornamento “per sovrascrittura”) dovete prima disinstallare il “vecchio” tramite il Pannello di controllo, quindi riavviare Windows e, solo allora, procedere all’installazione del nuovo software Windows Defender, di serie in Windows Vista, non è considerato un antivirus vero e proprio, e può coesistere con questo genere di programmi.

Le suite di sicurezza che includono un firewall spesso disattivano automaticamente quello fornito di serie con Windows. Quando poi si disinstallano queste suite, non è detto che provvedano altrettanto automaticamente alla riattivazione del firewall di Windows: in questi casi è bene ricordarsi di farlo manualmente tramite il Pannello di controllo.
Di solito quando si inizia l’installazione di un antivirus, viene controllato che non ve ne sia un altro già presente perché la coesistenza è praticamente sempre impossibile. Meglio dunque disinstallare quello vecchio prima di installarne uno nuovo, tramite il Pannello di controllo.

Ricordate che quando installate una suite di sicurezza completa come ad esempio Norton security premium, di regola questa richiede anche la disattivazione del firewall presente di serie in Windows. Quando poi, in un secondo tempo, doveste disinstallare la suite, non è detto che il firewall di serie venga riattivato automaticamente. In quel caso dovrete provvedere voi stessi alla sua riattivazione tramite il Pannello di controllo, pena rimanere senza alcuna protezione in Rete.

Non creare compilation con sbalzi di volume

Il volume della riproduzione dei file MP3 è molto variabile perché i CD non hanno tutti lo stesso volume medio di incisione. Inoltre, quando si esegue la conversione, i diversi ripper che eseguono la conversione digitale da CD-Audio a MP3 adottano impostazioni differenti per determinare il volume del file in output. Il risultato è che ascoltando una compilation su un lettore MP3 il volume varia costantemente da un brano all’altro, imponendo un continuo e sgradevole intervento di regolazione per riuscire a sentire qualcosa senza diventare sordi subito dopo… Il rimedio consiste nel “normalizzare”, ovvero livellare il volume dei brani.

Il programma MP3Gain, gratuito, permette di normalizzare una raccolta di brani in formato MP3 senza modificare la qualità dei file stessi, cosa che avviene invece con altri programmi che devono decomprimere, elaborare e comprimere nuovamente i file introducendo così una piccola perdita di dettaglio sonoro.
Per non lasciare sbalzi di volume tra le tracce MP3, durante la conversione è bene ricorrere alla funzione di “normalizzazione”, che permette di mantenere un volume medio prefissato oppure di indicare un livello sonoro massimo che non deve mai essere superato.

Lo si può fare con un programma gratuito come MP3Gain (mp3gain.sourceforge.net), che uniforma il volume di riproduzione senza intaccare la qualità dei file MP3.

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