Vulcani e terremoti

Con un ulteriore aumento della temperatura nelle viscere della Terra, le rocce, nonostante l’alta pressione, si sciolgono formando magma. Questo rilascia molti gas. Ciò aumenta ulteriormente il volume della lava e la sua pressione sulle rocce circostanti. Di conseguenza, un magma molto denso, saturo di gas tende a dove la pressione è inferiore. Riempie le crepe nella crosta terrestre, rompe e solleva gli strati delle rocce. Una parte del magma, non raggiungendo la superficie terrestre, si solidifica nel condotto del cratere. A volte, il magma fuoriesce in superficie ed erutta sotto forma di lava, gas, ceneri vulcaniche, frammenti di rocce e coaguli di lava solidificati.

Vulcani

Ogni vulcano ha un canale attraverso il quale la lava erutta (figura 1). Questa è la bocca, che finisce sempre in un’estensione a forma di imbuto, forma il cratere. Il diametro dei crateri varia da diverse centinaia di metri a molti chilometri. Ad esempio, il diametro del cratere del Vesuvio è di 700 m, mentre i crateri molto grandi sono chiamati caldera.

 Le maggiori caldere in Italia sono:

Campi Flegrei, Ischia e Monte Somma in Campania.
Lago di Bolsena, Lago di Vico e Colli Albani nel Lazio.

Forma e dimensioni

La forma e l’altezza dei vulcani dipendono dalla viscosità della lava. La lava liquida si diffonde rapidamente e facilmente e non forma montagne coniche. Un esempio è il vulcano Kilauza nelle isole hawaiane. Il cratere di questo vulcano è un lago arrotondato con un diametro di circa 1 km, pieno di bolle di lava liquida. Il livello di lava, come l’acqua in una ciotola di primavera, poi scende, poi si alza, rovesciando oltre il bordo del cratere.

cono vulcanico

Fig. 1 Il cono vulcanico

Vulcani più ampiamente distribuiti con lava viscosa, che, raffreddandosi, forma un cono vulcanico. Il cono ha sempre una struttura a strati, che indica che le effusioni si sono verificate molte volte, e il vulcano è cresciuto gradualmente, dall’eruzione all’eruzione.

L’altezza dei coni vulcanici varia da diverse decine di metri a diversi chilometri. Ad esempio, il vulcano Ojos del Salado con i suoi 6.891 metri di altezza è il più alto del mondo, situato al confine tra Cile e Argentina.

Esistono circa 1500 Vulcani tra attivi e non. Tra questi ci sono giganti come Elbrus nel Caucaso, Fujiyama in Giappone, Kilimanjaro in Africa, Etna in Sicilia e molti altri.

La maggior parte dei vulcani attivi si trova intorno all’Oceano Pacifico, formando l’anello di fuoco del Pacifico e nella cintura mediterraneo-indonesiana. Solo in Kamchatka (penisola lunga 1250 km situata nell’Estremo Oriente Russo) sono conosciuti 28 vulcani attivi e ce ne sono più di 600. I vulcani attivi sono naturalmente distribuiti in maniera uniforme, tutti sono confinati nelle zone in movimento della crosta terrestre (figura 2).

vulcani nel mondo

Fig. 2 Zone di vulcanismo e terremoti

Nel passato geologico della Terra, il vulcanismo era più attivo di adesso. Oltre alle consuete eruzioni (centrali), si sono verificate delle fessure. Dalle crepe giganti (rotture) nella crosta, che si estendevano per decine e centinaia di chilometri, la lava eruttò sulla superficie terrestre. Creava coperture di lava solide o macchiate, livellando il terreno. Lo strato di lava ha raggiunto 1,5-2 km. Così si formarono le pianure laviche. Un esempio di tali pianure sono alcune aree dell’Altopiano siberiano centrale.

Terremoto

Le cause dei terremoti sono diverse: l’eruzione dei vulcani, le frane in montagna. Ma il più potente di essi nasce dai movimenti della crosta terrestre. Tali terremoti sono chiamati tettonici. Solitamente si presentano ad una grande profondità, sul bordo del mantello e della litosfera. Il luogo di origine di un terremoto è chiamato ipocentro o punto focale. Sulla superficie della Terra, sopra l’ipocentro, si trova l’epicentro del terremoto (Figura 3). Qui la forza di un terremoto è maggiore e diminuisce con la distanza dall’epicentro.

Ipocentro ed epicentro del terremoto

Fig. 3 Ipocentro ed epicentro del terremoto

La crosta scuote continuamente. Durante l’anno, si osservano oltre 10.000 terremoti, ma la maggior parte di essi sono così deboli che non sono percepiti dall’uomo e sono registrati dai sismografi.

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La forza dei terremoti è misurata con la scala Mercalli e la scala Richter,  in grado di misurare il magnitudo e l’intensità di un terremoto. Potenti terremoti di 12 punti sono rari e catastrofici. Con tali terremoti, si verificano deformazioni nella crosta terrestre, crepe, mutamenti, faglie, crolli nelle montagne e cali nella forma della pianura. Se si verificano in luoghi densamente popolati, allora c’è una grande distruzione e numerose vittime umane. I maggiori terremoti della storia, i più devastanti sono Messina (1908), Tokyo (1923), Alaska (1964), Cile (1976) e Cile (1960). In ognuno di questi terremoti morirono decine, centinaia e migliaia di persone e le città furono quasi completamente distrutte, praticamente rase al suolo.

Quando l’ipocentro è sotto l’oceano, spesso viene seguito da un’ondata distruttiva, chiamato tsunami, ma questo sarà un’altro articolo.